Quando è necessario riparare pavimenti in cemento malridotti, il mercato offre un’unica soluzione: un trattamento in resina.
Ma è davvero cosi?
Ovviamente no. Ci sono anche altre soluzioni. Una è per esempio usare un pavimento prefabbricato, come le piastrelle, un’altra, più economica è ripristinare il pavimento realizzando uno strato d’usura a base di cemento. I vantaggi sono molti, vediamoli insieme.
Ma cosa vuol dire un pavimento ammalorato?
Iniziamo con chiarire cosa significhi “Pavimento Ammalorato”. Spesso infatti il termine indica situazione molto differenti. Potrebbero esserci semplicemente delle macchie superficiali o delle micro-fessure che hanno solo un impatto estetico, e non inficiano le qualità del supporto, o, al contrario, la piastra potrebbe essere realizzata “male”, sfarinarsi o cartellare, ed in questo caso la soluzione è demolire tutto. Ecco degli esempi di “lesioni” che un pavimento ammalorato può presentare:
Danni estetici
- – Macchie superficiali
- – Microfessure
- – Fessure a tela di ragno
- – Segni di gomma ( tracce nere)
Sono in genere danni lievi e che non compromettono in alcun modo la struttura del pavimento. Si possono coprire con uno strato di resina o con una semplice levigatura e ulteriore consolidamento. Un’intervento che permette di ripristinare l’estetica del pavimento e coprire questi piccoli difetti, che in ogni caso non compromettono la qualità del pavimento ( e non sono considerabili difettosità ai sensi delle Norme di riferimento).
Danni Funzionali
- – Distacco dello Strato d’Usura
- – Consumo dello Strato d’usura
- – Avallamenti per fuori livello
- – Deformazione dei giunti
- – Corrosione Sali/Alcali/Acidi
- – Danni dovuti ad azione meccanica
In questo caso è necessario un ripristino più profondo, che comprenda il rifacimento dello #stratodusura , ossia lo strato superficiale che dona al pavimento le caratteristiche meccaniche e chimiche richieste. Cedimenti, rotture, buche sono quasi sempre da imputare al danneggiamento o al consumo dello strato d’usura preesistente dovuto ad errori progettuali o al normale consumo. Un “sintomo” tipico è la presenza di aerea in cui il calcestruzzo presenta inerti a vista. Si tratti di situazioni che degenerano molto velocemente perchè, se lo strato d’usura viene a mancare, il consumo del pavimento aumenta in modo esponenziale. Questi sono il range di pavimenti da ripristinare nel 90% dei casi.
Danni strutturali
- – Cedimento della Piastra
-Distruzione del Massetto
In questo caso abbiamo a che fare con danni davvero “difficili” da sistemare senza demolizione completa. Ma, per fortuna sono casi rarissimi, dovuti ad incompetenza del progettista ( errori di calcolo e dimensionamento di spessori ed armatura, mancata verifica dei sottofondi), a situazioni estreme (cedimento dei sottofondi, rottura di cavi di post-tensione) o all’uso di Calcestruzzo inadeguato ( Troppa acqua,scoretta classe di resistenza, pessima formulazione). Si tratta in genere di casi limite, che rendono impossibile continuare le attività.
Le resine
Il mercato, come abbiamo detto, tende a consigliare sistemi resinilici. Una soluzione che, almeno sulla carta non è scorretta, a patto che si proponga una soluzione ad alto spessore. E’ difficile infatti che un trattamento a basso spessore sia davvero in grado di risolvere il problema. Una semplice verniciatura potrebbe nascondere al massimo eventuali macchie, porterà in vista le lesioni sottostanti e e si consumerà in fretta. Un sistema multistrato è si in grado di ripristinare uno strato d’usura ammalorato ma non coprirà le fessurazioni, le buche ed altri danneggiamenti. Ne dovete farvi trarre in inganno dal termine “autolivellante”. Un trattamento autolivellante non è in grado di coprire piccoli buchi o avvallementi, che si riprodurranno sulla superficie. La soluzione c’è e sono, ovviamente le malte di resina, i poliuretanicementi, gli epossicementi, prodotti che, potendo contare su uno spessore “consistente” ( superiore a 8 mm) sono in grado di livellare le imperfezioni e permettono anche di ” scendere” ( se il supporto lo consente) di più durante la preparazione fino a raggiungere una superficie vergine. Perfetto.
Ma allora perchè l’uso delle malte in resina è cosi poco diffuso? Presto detto: perchè richiedono mano d’opera più specializzata e per l’alto costo della materia prima. Una verniciatura in resina comporta la creazione di uno strato filmico di pochi micron, una malta di resina richiede la realizzazione di uno strato d’usura alto 8 mm, è evidente che nel secondo caso il costo è enormemente più alto. Quindi spesso i respiratori consigliano trattamenti apparentemente più economici, che poi si dimostrano essere solo soluzioni “temporanee”.
C’è un’altra soluzione? SI.
Si può optare per un sistema a riporto realizzato in cemento. In pratica andremo ad applicare una malta di cemento sul pavimento in cemento ammalorato. Questo sarà fresato o subirà altri procedimenti meccanici fino a raggiungere uno strato non difettoso. Quindi si applica un primer speciale sulla superficie e si procede ad un getto di malta cementizia, inerti duri ed addittivi che sarà applicato con il metodo ” fresco su asciutto”. In questo modo sarà possibile ottenere un nuovo strato d’usura ad alto spessore ( da 1 a 5 cm) che può essere anche molato e lucidato. L’applicazione è piuttosto semplice ed il prodotto è VOC free. L’altezza dello strato d’uria permette di compensare la maggior parte dei difetti. E’ anche possibile applicare strati d’usura speciali come cementi fotocalitici capaci di “ripulire” l’ambiente di lavoro da particelle inquinanti. Un esempio di un prodotto commerciale ( sul sito si trovano tutte le specifiche tecniche) è il DURSIL 1-5 della S.I.P.I. Nord di cui vi riportiamo un’applicazione.
E’ applicabile sempre?
Per quanto l’applicazione di un sistema a riporto in cemento ha un vasto campo di impiego, molto superiore ai sistemi resinilici, ci sono delle situazioni in cui non è possibile applicare nemmeno questi, ossia quando il supporto è difettoso al punto da cartellare ( si rischia un distacco di parte del supporto), o di sbriciolarsi ( quando si è utilizzata troppa sabbia) o quando si ha di fronte un cedimento strutturale della piastra o del terreno. In quest’ultimo caso è necessario prima consolidare la piastra. Ma, in generale, quando il supporto è troppo scadente, e quindi si parla di Danni strutturali, l’unica soluzione è la demolizione, con realizzazione di un massetto su cui poi andare ad intervenire con uno strato d’usura a riporto.
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