Quasi ogni attività lavorativa umana richiede di avere i piedi ben poggiati per terra.
Può certamente sembrare una considerazione piuttosto banale, ma se proviamo a riflettere sulle sue implicazioni ci renderemo conto di un aspetto che spesso, nella quotidianità sottovalutiamo, ossia quello che abbiamo sotto i piedi. Infatti, quando pensiamo alla frase ” aver i piedi ben poggiati a terra” spesso ci focalizziamo solo sul primo elemento, e trascuriamo il secondo, il suolo, quello su cui le “cose” si appoggiano, che generalmente è un pavimento, ma non solo.
Cosa c’è quindi sotto di noi?
Nella stragrande maggioranza delle situazioni un pavimento, una massicciata, il terreno, ma può anche capitare di avere un pavimento, una soletta ed il vuoto, come nel caso dei solai.
E sopra di esso ci sono degli oggetti, ossia dei carichi, ma anche delle attività che a loro volta creano delle sollecitazioni all’insieme pavimento – sottofondo.
Dal punto di vista strutturale, il pavimento è soggetto al lavoro di queste sollecitazioni e ne redistribuisce le forze secondo vettori che agiscono in modo coattivo con il sottofondo. Tali forze possono essere di varie tipologie e qui vediamo le più comuni.
La piastra dev’essere in grado di sostenere adeguatamente tutte le tipologie di carichi.
I carichi statici sono fondamentalmente piuttosto semplici da gestire e calcolare. Difficilmente questi, per via del peso ben distribuito creano particolari problematiche al progettista.
I carichi puntuali al contrario andrebbero analizzati con maggiore attenzione. Il numero di merci impagabili su una struttura a scaffali, oltre che al peso della struttura stessa, gravano su dei singoli piedini di appoggio creando tensioni importanti. Non solo la piastra va progettata accuratamente, senza trascurare il sottofondo, ma andrebbe considerato anche il loro posizionamento. Abbiamo detto visto come le tensioni flettenti tendono ad essere positive al centro della piastra e negative alla periferia. Dove cadono i piedini di supporto? Nel centro o nei bordi? Vicino a giunti di costruzione o lontani da essi? Va sempre ricordato che la pavimentazione sarà sempre soggetta a quella medesima forza, sullo stesso punto per tutta la vita della struttura.
I carichi in movimento, per quanto non sviluppino in genere pressioni pari ai carichi puntuali delle scaffalature, portano con sé un’ulteriore complicanza: l’attrito. Questo è il principale fattore che comporta la durata del pavimento. E qui, ovviamente l’importanza della piastra strutturale cede il passo all’importanza di prevedere un’adeguato strato d’usura.
I carichi statici/o puntuali dati da macchinari in movimento sono un’ulteriore caso importante, perchè trasmettono vibrazioni anche consistenti al pavimento, ed attraverso di esso al sottofondo, che se non ben costipato potrebbe cedere.
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